La ricerca dell’ignoto come benessere mentale
Esce “Bestie e Dei”, album d’esordio degli eclettici Oops. Un connubio perfetto tra teatralità e musica, sacro e profano, un intenso viaggio tra i meandri dell’anima e della mente con musiche che rimandano al classico e prezioso cantautorato, ma pregne di personalità e originalità. “Bestie e Dei” è sui principali stores digitali e in promozione nazionale.
“Il nostro primo disco, “Bestie e dei”, nasce come un piccolo esperimento ludico senza troppe pretese. A un certo punto dei nostri percorsi personali abbiamo sentito l’esigenza comune di metterci in gioco, un modo per testare le nostre capacità creative. Nel giro di pochi mesi fiorisce una moltitudine di brani, e a forza di livellare, scartare, arricchire, ci rendiamo conto di avere tra le mani qualcosa di bello. Arrangiamenti semplici ma incisivi, qualche ritornello orecchiabile, la forza melodica e ruspante della chitarra, la precisione maniacale e furente della batteria. Otto canzoni a incarnare una sorta di concept onirico incentrato su una crisi esistenziale.
I testi hanno una naturale propensione alla libertà espressiva, non cercano la comprensione dell’ascoltatore a tutti i costi, ma non si crogiolano neanche nell’estremo ermetismo. Sono semplicemente i testi di un ragazzo invecchiato tra le pagine di antichi poeti, che ha sviluppato negli anni un suo stile definito.
Oltre alle piccole allucinazioni e alle descrizioni di stati emotivi, troviamo alcune figure della mitologia greca a incarnare il senso del sacro, del misticismo inteso non come rifugio rassicurante in una notte di tempesta, ma come ricerca dell’ignoto, del non detto, del magico. “Bestie e dei” nasce in tempi di crisi pandemiche e personali, ma non cerca resa, prova invece a descrivere la forza ancestrale dell’uomo verso il sentiero non solo della sopravvivenza, ma del benessere mentale.” Oops
Track By Track
La band racconta
“Oops come il suono di una disattenzione. Un'interferenza nell'emissione sonora dell'ordine o più semplicemente, qualcuno che cade. Ma Oops è anche altro: una chitarra, una batteria, tre voci e una manciata di canzoni oniriche, nate quasi per gioco. Cantilene folk per visioni frenetiche, morbide nenie per visioni pacifiche. Benvenuti a bordo.” Mattia, Mirko e Lorenzo
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